Escursioni, visite guidate e attività a Serra San Quirico


SERRA SAN QUIRICO

Le origini di Serra San Quirico risalgono a tempi assai remoti per la posizione chiave del luogo. I documenti storici ritrovati nel nostro territorio parlano di epoche antichissime, con segni tangibili della civiltà etrusca, picena e romana; oltre al ritrovamento di una necropoli di Galli Senoni. Si suppone che Serra sia sorta come caposaldo romano all’imbocco della Gola della Rossa, passaggio obbligato per Roma e punto di grande importanza strategica. Un primo insediamento di uomini che si arricchì a poco a poco di edifici e fortificazioni; che crebbe e si consolidò all’ombra di Roma fino alla distruzione barbarica. Nel primo medio evo fu incorporata nell’esarcato di Ravenna e più tardi nella circoscrizione carolingia della Marca Inferiore. Inquadrata in questa sistemazione, Serra attende gli albori dell’anno mille, allorché, rinnovata nelle strutture e nello spirito, rinascerà sotto l’impulso vigoroso del monachesimo, rappresentato da S. Romualdo Abate.

L’antico borgo medioevale ha attraversato indenne l’età moderna e si offre all’occhio del visitatore in tutto il suo splendore di città fortificata, con alti palazzi, torrioni e chiede, ornati con pietre riccamente scolpite.

Un perimetro di mura intatte e di facile accesso consente di godere dell’ampio panorama agreste della valle, nonché delle aspre pareti del sovrastante Monte Murano. Le piccole calli che percorrono l’abitato, intersecate da scalette, archi e volte, rendono il tutto mutevole ma “giusto” fissando più di ogni descrizione il concetto di città costruita a misura d’uomo per l’uomo.

I passaggi coperti, le singolari “copertelle” di origine longobarda, accompagnano i visitatore offrendo scorci romantici e suggestivi. Le molte fonti, alimentare da sorgenti minerali, offrono ristoro alla calura estiva. Ombrosi sentieri guidano le escursioni agli alpeggi ed alle grotte dei dintorni. Il bosco premia i suoi estimatori con fragole, erbe aromatiche e medicinali, funghi, asparagi e tartufi.

Infine, l’antica tradizione d’ospitalità verso i “forestieri”, la cordialità innata dei serrani, la cucina ricca di sapori ancora genuini, la vicinanza della Terme e delle Grotte di Frasassi, possono rendere un soggiorno a Serra San Quirico il migliore rimedio dallo stress cittadino.

Da visitare a Serra San Quirico:

 

Pasqua 2020:Trekking nel Parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi - Forestalp Tour Operator Educazione Ambientale e Turismo Attivo nei Parchi delle Marche

PARCO DELLA GOLA DELLA ROSSA E DI FRASASSI

Nato nel settembre 1997, è con i suoi 10.026 ettari, la più grande area protetta regionale. Oltre ad essere il “cuore verde ” della Regione Marche, il Parco comprende nei suoi confini il complesso ipogeo delle Grotte di Frasassi. Oltre agli interessanti i fenomeni naturali che coinvolgono quest’area, quali il carsismo e la presenza di sorgenti sulfuree, il Parco è un’oasi di natura e biodiversità. Lungo i suoi moltissimi sentieri si possono effettuare escursioni tra le ricchezze floro-faunistiche tipiche dell’ambiente pre-appenninico. Anche sotto l’aspetto storico-artistico il territorio è ricco di un fitto reticolo di castelli e monasteri che si integrano perfettamente con l’ambiente naturale circostante. Luoghi di culto e con antiche tradizioni, come la produzione della carta e del verdicchio. Parco Naturale Regionale della gola della Rossa e di Frasassi (parcogolarossa.it)

 

Il Castello del Papa. Visita guidata del borgo di Genga. Genga - Escursioni e attività


IL CASTELLO DI GENGA

Il borgo di Genga, piccolo castello sorto nel Medioevo, si adagia su una rocciosa e ristretta piattaforma di una ripida ondulazione del monte Ginguno che si alza quasi improvvisamente dai tortuosi percorsi del fiume Sentino che nasce a Sassoferrato, a 9 km di distanza. Il luogo viene a configurarsi come un vasto catino, chiuso dai monti Ginguno, Ercole e Gallo. Il Castello conserva gran parte delle mura di difesa edificate via via che l’abitato si ampliava e le minacce di occupazione rendevano necessario il potenziamento del sistema difensivo. Genga appartenne storicamente sempre alla Marca ed attualmente il suo vasto comune comprende ventiquattro frazioni e confina con i comuni di Sassoferrato, Fabriano, Serra S. Quirico e Arcevia. Lo stemma del comune è quello antichissimo dei suoi conti: l’aquila nera coronata di oro in campo azzurro.

Si accede al Borgo per l’unica porta ad arco, fortificata, dove ancora sono visibili gli alloggiamenti delle guardie, nel passato preposte alla tutela e difesa dell’abitato insediato tra l’antico e il moderno palazzo dei conti. La struttura interna del paese è un reticolo di chiese, vicoli ed edifici che si armonizzano perfettamente con le qualità dell’ambiente naturale in cui il borgo è inserito.

Attraversando la porta ad arco ci si ritrova d’un sol fiato nel cuore stesso dell’abitato, di fronte ai simboli istituzionali su cui era incentrata la vita pubblica degli abitanti: la chiesa nuova dell’Assunta, a cui fa riscontro frontale la maestosa facciata dell’antico palazzo signorile dei Conti del Genga con il suo andamento concavo, tale da sembrare quasi un nobile uccello rapace nell’atto di dispiegare le ali per volteggiare e sorvolare la profonda valle che si svela carica di mistero e di colori in un ampio abbraccio tra cielo e terra.

 

Grotte di Frasassi: Una Vera Esperienza | Lovely Ancona


LE GROTTE DI FRASASSI

Le Grotte di Frasassi sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano all’interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi (certificato con la Carta Europea del Turismo sostenibile) nel comune di Genga, in provincia di Ancona. La scoperta delle Grotte di Frasassi risale al 25 settembre 1971 ad opera del gruppo speleologico del CAI di Ancona. Nel 1972 viene costituito dal comune di Genga e dalla Provincia di Ancona il Consorzio Frasassi con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare il complesso delle Grotte di Frasassi. All’interno delle cavità carsiche si possono ammirare delle sculture naturali formatesi ad opera di stratificazioni calcaree nel corso di 190 milioni di anni grazie all’opera dell’acqua e della roccia. L’acqua, scorrendo sul calcare, discioglie piccole quantità di calcare e cadendo a terra, nel corso di uno stillicidio che dura millenni, le deposita e forma delle concrezioni di notevoli dimensioni e di forme a volte anche curiose. Queste si dividono in stalagmiti (colonne che crescono progredendo dal basso verso l’alto) e stalattiti (che invece scendono dal soffitto delle cavità). Le forme e le dimensioni di queste opere naturali hanno stimolato la fantasia degli speleologi, i quali dopo averle scoperte le hanno “battezzate” denominandole in maniera curiosa; tra le stalattiti e le stalagmiti più famose ricordiamo: i “Giganti”, il “Cammello” e il “Dromedario”, l’”Orsa”, la “Madonnina”, la “Spada di Damocle” (stalattite di 7,40 m di altezza e 150 cm di diametro), “Cascate del Niagara”, la “Fetta di pancetta” e la “Fetta di lardo”, l’ ”Obelisco” (stalagmite alta 15 m al centro della Sala 200), le “Canne d’Organo” (concrezioni conico-lamellari che se colpite risuonano), il “Castello delle Streghe”. All’interno delle grotte sono presenti anche dei laghetti in cui ristagna l’acqua dello stillicidio e dei “pozzi”, cavità cilindriche profonde fino a 25 m che possono raccogliere l’acqua o convogliarla verso piani carsici inferiori. La visita della grotta ha una durata di 70 minuti. I gruppi sono accompagnati da guide professionali fornite dal Consorzio Frasassi. Il percorso è lungo 1.500 metri; è ben attrezzato e facilmente accessibile. La temperatura interna è di 14 °C costanti.